E finalmente eccoci! Superata Varallo Sesia, i corridori si appresteranno ad affrontare la salita finale che condurrà all’Alpe di Mera, circondati dallo splendido scenario delle Alpi.
Dopo aver superato un tratto di una quindicina di km in leggera salita, la carovana inizierà la parte finale, quella più impegnativa. Da Scopello al traguardo finale, una salita di 10 km con pendenze al 10%
Una salita impegnativa, ma di grande fascino.
Si pedala ammirando un meraviglioso panorama, con il Monte Rosa che si offre ai nostri occhi in tutta la sua bellezza. Un contesto talmente bello che in occasione del Giro anche noi di Be•E siamo tornati per tuffarci nella natura di questo luogo.
Con le ebike la salita può essere tranquillamente affrontata da chiunque. Ed è solo l’antipasto per poter accedere ad itinerari in mezzo alla natura che lasciano a bocca aperta. Pedalando tra sentieri e mulattiere, si passa per l’alpe Meggiana, Campertogno e altre incantevoli destinazioni.
Be•E vi propone alcuni interessanti itinerari da percorrere in ebike:
E quando si vuole fare una sosta, in questa zona ci sono strutture dove potersi fermare. Gustare i prodotti locali e ricaricare le biciclette con le nostre stazioni di ricarica.
Scollinato il Passo della Colma, penultimo GPM di giornata, il gruppo scenderà verso Varallo Sesia. Varallo è una deliziosa cittadina ai piedi dei monti, che sorge lungo le rive del fiume Sesia. La parte vecchia si caratterizza per un bel centro pedonale e vie storiche con molte botteghe di artigianato e gastronomia locale.
E’ dominata dal Sacro monte di Varallo, il più antico tra gli 8 Sacri monti presenti tra Piemonte e Lombardia. Progettati come luoghi di culto per i fedeli, i Sacri monti, apparsi nel XV secolo, avevano la funzione di permettere ai pellegrini di andare a testimoniare la loro fede davanti alle scene che riproducevano la vita di Cristo.
Il Sacro monte di Varallo è la massima espressione di questa forma d’arte. Nel complesso sono presenti 50 cappelle. L’architettura, le sculture (oltre 800 statue in terracotta policroma e legno!) e pittura danno vita a scene coinvolgenti a grandezza naturale, per un impatto emotivo senza pari. Vi lavorarono grandi artisti, che seppero infondere nelle opere una spiritualità palpabile, nutrita di fervida religiosità.
Tra questi va sicuramente citato Gaudenzio Ferrari, il grande pittore e scultore originario di queste zone. Oltre agli affreschi nelle cappelle del Sacro Monte, Ferrari realizzò altre opere come la parete gaudenziana presso il Santuario della Madonna delle Grazie (la foto a destra in basso).
Per finire, una piccola chicca che vi consigliamo di vedere. Il ponte sospeso di Balangera, che collega la frazione di Morca, uscendo da Varallo. E’ l’ultimo esempio dei caratteristici ponti pensili valsesiani in legno usati per attraversare il Sesia. Rimarrete incantati.
La 19esima tappa del Giro d’Italia 2021 entra nel vivo. Lasciandosi alle spalle Omegna e il lago d’Orta, la carovana è pronta ad affrontare il passo della Colma, valico posto a quasi 1000 m s.l.m., che dal Cusio porta in Valsesia.
Dalla SP46, che attraversa Nonio e la sua frazione Brolo, si gira a destra in direzione Arola. Brolo merita una citazione a parte. Oltre a essere un grazioso borgo affacciato sul lago, è il paese ufficiale dei gatti. C’è un monumento e una strada dedicata a loro. E quasi ogni casa ha una piastrella con raffigurato un micio. Il motivo di questo legame con i gatti sembra legato a una leggenda settecentesca, quando gli abitanti volevano avere una parrocchia autonoma da quella del comune di Nonio. La gente di Nonio li prese in giro commentando “quand al vien parrocchia Brol al ratt metarà su al friol” (quando Brolo diventerà parrocchia, il topo si metterà il mantello). Alla fine Brolo ebbe la sua parrocchia e il gatto che scaccia il topo diventò il loro simbolo.
Questo tratto tra Omegna e Brolo fa parte del percorso dell’anello Azzurro del Lago d’Orta, un itinerario in bicicletta molto bello che costeggia tutto il lago.
Svoltando invece in direzione Arola si comicia a salire lungo una tranquilla strada immersa nei boschi, a cui, tra l’altro, in occasione del Giro è stato rifatto l’asfalto.
Arola è un piccolissimo borgo di 227 anime, nella valle del fiume Pellino, con vicoli caratteristici. Il principale monumento è la Chiesa di San Bartolomeo, edificata nel seicento.
La strada che porta al Passo della Colma fu inaugurata nel 1968 e ha creato un forte legame tra le varie comunità di questo territorio. Ha consentito infatti il collegamento tra la valle del fiume Pellino e la Valsesia. Il primo paese che si raggiunge una volta scollinato è Civiasco, proseguendo si arriva fino a Varallo Sesia, di cui vi parleremo domani. In cima al passo è stata messa una targa per ricordare come questa opera sia stata un pezzo fondamentale per lo sviluppo di questi paesi.
Attraversare in questi giorni questi comuni fa emergere la vera essenza del Giro, un momento di festa e visibilità per tante piccole comunità.
Paesi che si colorano di rosa, artigiani che preparano le loro opere in omaggio al passaggio dei corridori.
Un momento di festa collettiva che accende l’entusiamo di chi non è abituato a vivere grandi eventi. E allo stesso consente, a chi non li conosceva, di apprezzare luoghi che sono veri e propri tesori.
Lasciandosi alle spalle il lago Maggiore, la carovana rosa attraverserà il breve percorso che separa i due laghi piemontesi e punterà verso Omegna, il principale centro del Cusio, il territorio che circonda il lago d’Orta.
Il lago d’Orta è una piccola perla incastonata tra le montagne. Più intimo del lago Maggiore, confinante ma ben distinto dalla Valsesia e dalla Val d’Ossola, questo luogo è un piccolo mondo a sè.
Una piccola macchia d’inchiostro che molti considerano il lago più romantico d’Italia. E a giusta ragione. Un luogo che sa offrire scorci di impareggiabile bellezza. Un luogo unico, dove si mescolano tradizione, storia, cultura e grande spirito imprenditoriale, con il distretto dell’industria ferriera. Qui sono infatti nate Alessi, Lagostina e Bialetti.
Qui tutto sembra scorrere lentamente, ma proprio gli innovativi prodotti di questo distretto dimostrano il carattere e l’orgoglio della gente del posto. Un’atmosfera da piccolo mondo antico, che custodisce le sue tradizioni, ma guardando sempre avanti.
Omegna ben rappresenta tutto questo. Qui scorre il torrente Nigoglia, che ha una caratteristica molto particolare. Non sfocia nel lago, ma va in direzione contraria, verso nord, gettandosi nel torrente Strona. Una unicità in cui la gente si riconosce e che è stata sottolineata anche nel motto inciso su una parete dell’edificio comunale:
La Nigoeuja la va in su; e la legg la fùma nu! (La Nigoglia scorre in su; e la legge la facciamo noi!)
Gianni Rodari, nato proprio qui, scriveva che “in principio la terra era tutta sbagliata” e quindi a casa sua anche il fiume va al contrario.
City view through the streets of Omegna
View of historic center of Omegna village, located on the coast of Lake Orta in Piedmont, Italy
Omegna con il sui lungolago merita assolutamente una visita. E intorno a questo borgo e sulle montagne che la circondano ci sono bellissimi borghi da visitare, come Quarna Sotto, dove ha sede l’interessante museo degli strumenti a fiato. Quarna Sotto è detto il “paese della musica” per la tradizione secolare di produzione di strumenti a fiato.
A Quarna Sopra invece da vedere assolutamente c’è poi il belvedere, che offre un magnifico panorama del lago.
Non lontano da Omegna, percorrendo la strada in direzione Pella, si può visitare Il Santuario della Madonna del Sasso, edificato su uno sperone granitico, per questo detto il “balcone del Cusio”. Anche qui, dal piazzale antistante la chiesa, si può godere di una vista mozzafiato del lago.
Prosegue il nostro avvicinamento all’Alpe di Mera. Il Giro d’Italia, scollinato il Mottarone, scenderà verso il Lago Maggiore, toccando la sua sponda nord-occidentale.
Da Stresa si passerà per Baveno, per poi arrivare a Feriolo e da lì svoltare a sinistra e puntare verso Omegna, sul lago d’Orta. Il passaggio del Giro è l’occasione per mostrarvi queste delizione località.
Stresa è sicuramente il paese più noto. In origine era un minuscolo comune, una piccola striscia di terra tra le montagne e il lago. Le cose cominciarono a cambiare a metà ottocento con la costruzione della strada del Sempione, voluta da Napoleone Bonaparte. Furono costruite ville per le ricche famiglie, che erano rimaste affascinate dalla bellezza della località, resa ancora più unica dallo scenario delle Isole Borromee di fronte. L’isola Madre, l’isola Bella e l’Isola dei pescatori divennero proprietà della famiglia Borromeo sin dal XV secolo. Luoghi che si possono visitare con i battelli che partono dai vari imbarcaderi affacciati sul lago.
Ma fu con la costruzione della ferrovia e l’inaugurazione del traforo del Sempione che avvenne la vera trasformazione, che rese Stresa una delle mete preferite di personaggi illustri.
L’Orient Express si fermava a Stresa portando da tutta Europa i principali esponenti della Belle Époque, dagli intellettuali ai ricchi aristocratici. Stresa si adeguò velocemente per accogliere i nuovi ospiti e la loro grandeur. Furuno costruiti splendidi alberghi, come il Regina Palace e il Grand Hotel et des Iles Borromées. Alberghi ancora oggi in attività e che continuano a richiamare tantissimi turisti, specialmente stranieri.
Addirittura Stresa divenne sede di due conferenze internazionali, nel 1932 e nel 1935. In particolare fu molto importante la seconda, dove i rappresentanti di Italia, Francia e Inghilterra si incontrarono nell’intento di trovare una linea d’azione comune per contrastare la politica della Germania nazista.
Superata Stresa si arriva a Baveno. Località meno famosa, ma anch’essa molto bella. Da qui vi consigliamo un bellissimo itinerario, la ciclovia di Fondotoce (qui trovate il nostro racconto). Si percorre una ciclabile costeggiando il lago, si arriva a Feriolo (e merita una sosta questa piccola frazione affacciata sul golfo borromeo), dove inizia un facile percorso sterrato che conduce al parco naturale di Fondotoce, un’area naturale protetta caratterizzata da una elevata biodiversità.
View of ferryboat on Lake Maggiore from Baveno, Lago Maggiore, Piedmont, Italian Lakes, Italy, Europe
Dopo aver superato le colline con i suoi magnifici vigneti i corridori della 104esima edizione del Giro d’Italia si dirigeranno verso il lago d’Orta.
Gioiello incastonato nelle montagne del Cusio, reso ancora più prezioso dall’isola di San Giulio, il lago è capace di regalare una magia unica. Nel nostro sito ne parliamo molto, sia per i luoghi artistici e paesaggistici da visitare sia per i bellissimi itinerari da percorrere in bicicletta. In primis, l’anello azzurro che costeggia il lago con le sue spiaggette caratteristiche, ma anche le tante possibilità per pedalare tra i piccoli borghi sopra Orta.
Il borgo di Orta, Pella, Omegna e tanto altro ancora. Cè veramente da perdersi nelle bellezze di questi luoghi.
Il lago d’Orta è senza dubbio ai primi posti della nostra classifica dei luoghi del cuore. La carovana, dopo aver superato Borgomanero, si troverà al bivio che ogni turista affronta, andare verso la costa orientale o quella occidentale del lago? Il 28 maggio si andrà verso la costa orientale, verso Orta per poi salire verso il Mottarone e ridiscendere ad Omegna. Nei prossimi giorni vi parleremo anche di altri luoghi intono al lago.
Oggi sfruttiamo l’occasione del passaggio del Giro per parlarvi di un piccolo borgo, che anche noi abbiamo scoperto da poco e di cui siamo rimasti affascinati, Bugnate, raggiungibile svoltando un pò prima del bivio.
Bugnate, frazione del comune di Gozzano, fa un pò da spartiacque ideale, anche nel nostro racconto, tra le colline e il lago.
Si raggiunge percorrendo una strada asfaltata in salita, molto poco requentata. Una volta superato il centro si prosegue verso la cappella della Madonna della Guardia.
Qui c’è un punto panoramico per ammirare il lago, tra i più belli che possiate trovare. In un silenzio che vi avvolge, consapevoli di gustarvi una cosa rara, rimarrete incantati. Come lo rimase il re Vittorio Emanuele III. Nel 1907 da qui osservò il territorio per progettare le Grandi Manovre, opera militare per difendersi da possibili attacchi nemici da nord, e finalizzata con la costruzione della Linea Cadorna.
L’incanto che questo luogo gli suscitò è testimoniato dalla targa ai piedi della cappella.
Dopo aver sfiorato la pianura novarese, la carovana del Giro nel suo viaggio verso l’Alpe di Mera punterà il lago d’Orta, attraversando le colline novaresi.
Le colline, delimitate dai fiumi Sesia e Ticino, sono un territorio affascinante, costellato da vigneti e piccoli borghi. La tradizione della coltivazione del vino qui si perde nei secoli. Risale addirittura ai tempi dei romani, già Plinio il vecchio elogiava le qualità dei vini di questa zona. Visitando questa terra si possono visitare paesi molto caratteristici, come Gattinara e Cureggio, e le numerosissime cantine presenti per piacevoli degustazioni. Segnaliamo, tra l’altro, che a giugno ci sarà anche la interessante iniziativa del Taste Alto Piemonte, per conoscere ancora meglio i prodotti locali.
Insomma un territorio davvero ricchissimo di spunti. Come negli altri articoli sul Giro qui ci limitiamo a darvi qualche piccolo suggerimento, visitando il nostro sito troverete tanti altri consigli.
Tra i vigneti che si coltivano non possiamo non citare Barbera, Nebbiolo, Creatina, Uva rara e Vespolina. Da queste uve si ricavano DOCG molto pregiate, come Ghemme (nebbiolo, uva rara, vespolina), di colore rosso granata, sapore asciutto e sapido con fondo gradevolmente amarognolo, e Gattinara (nebbiolo), un rosso granato tendente all’aranciato il cui sapore asciutto con caratteristico fondo amarognolo e profumo fine ricorda, specie se molto invecchiato, quello della viola.
Un capitolo a parte lo merita poi il territorio intorno a Boca, dove si produce un Doc riconosciuto tra i vini d’eccellenza. La caratteristica che rende unica questa zona è il terreno, che è nato dall’esplosione del supervulcano della Valsesia, oggi Geoparco dell’Unesco, uno degli 8 supevulcani al mondo. Questa esplosione ha creato un terreno morenico, cui si deve la peculiarità di questi vini.
La zona offre bellissimi itinerari da percorrere in bicicletta, pedalando tra boschi e costeggiando vigneti nella magnifica scenografia del parco del Monte Fenera. Sul nostro sito potete trovare la proposta dei percorsi antonelliani (Percorso Antonelliano Itinerario Rosa – Romagnano Sesia / Boca / Maggiora / Fontaneto d’Agogna / Ghemme), itinerari che portano a toccare alcune delle creazioni di Alessandro Antonelli, il celebre architetto originario di queste zone, che ha progettato la mole antonelliana a Torino e la basilica di San Gaudenzio a Novara.
Salendo su per la collina da Boca si rimane semplicemente a bocca aperta di fronte alla maestosità del Santuario, progettato a soli 22 anni dall’Antonelli. Caratterizzato dalla stile neoclassico con i suoi colonnati, fu protagonista di un travagliatissimo cantiere.
Tra gli itinerari antonelliani segnaliamo il BicinVigna con Antonelli, che parte da una altra sua splendida creazione, Villa Caccia a Romagnano Sesia. Progettata come residenza di campagna, Villa Caccia è oggi sede del Museo Etnografico della Bassa Valsesia.
Dopo essere stata la sede d’arrivo della seconda tappa, Novara torna a essere protagonista del Giro d’Italia 2021 con il passaggio della 19sima tappa, che parte da Abbiategrasso e si conclude all’Alpe di Mera.
Novara è la sede di Be•E, la città in cui siamo nati. Sin da piccoli abbiamo imparato a conoscere le campagne che la circondano. Teatro delle prime scorribande di bambini che vogliono sentirsi grandi, quando si andavano a rubare le pannocchie nei campi, la pianura novarese è sempre stata sinonimo di libertà e spazi aperti. Crescendo e pedalando con l’occhio sempre più curioso, ci siamo via via resi conto delle ricchezze del nostro territorio. E’ da qui che è sbocciato il nostro progetto di turismo in bicicletta. Diventa quindi inevitabile che ne parliamo con un pizzico di emozione in più.
Territorio pianeggiante, con le montagne sullo sfondo che nelle giornate più terse creano un contrasto di colori mozzafiato, la campagna novarese offre diverse possibilità per itinerari in bicicletta. Sul nostro sito potete trovare molte proposte. Qui vogliamo fornirvi una breve introduzione e qualche spunto per le vostre prossime vacanze in bicicletta.
Il primo consiglio che vi diamo è di venire a gustarvi lo spettacolo del mare a quadretti. E’ un fenomeno che si crea quando le risaie vengono allagate per la coltivazione del riso. La pianura diventa uno specchio d’acqua diviso solo da piccoli sentieri, creando un’atmosfera unica.
Ma non è l’unico piacere che queste terre sanno regalare. Anche esplorarle in altri periodi dell’anno permette di gustarsi scorci bellissimi, vedere il sole che sorge e tramonta sui canali, trovare angoli dove appoggiare la bici e stendersi su un prato lontani da qualsiasi rumore.
Si pedala costeggiando i campi di coltivazione di riso e mais ed è facile imbattersi in cascine dove acquistare prodotti locali, il riso in primis. Ma non è un semplice acquisto, è una esperienza. Ci si ferma ad ascoltare i racconti di chi da una vita coltiva la terra con passione. Storie e anedotti tramandati da generazioni e che ti lasciano incantato quando li ascolti.
Tempo fa una anziana signora mi svelò l’usanza contadina di predire il tempo con le cipolle, per sapere come sarebbe andata la stagione del raccolto. La notte del 24 gennaio (festa dedicata alla conversione di San Paolo) si prendono 12 cipolle, si tagliano le teste, si pone sopra un pizzico di sale grosso e si mettono fuori dalla finestra. La mattina dopo si osserva quanto si è sciolto il sale. A seconda di quanta umidità si è formata si capisce se saranno mesi piovosi o asciutti.
Tra le tante che troverere una che merita assolutamente una visita è la cascina Canta a Gionzana. Una storica azienda agricola dove la famiglia Francese coltiva sin dagli anni ottanta il riso con metodi tradizionali. Il fondatore fu Francesco che rilevò una cascina che nessuno voleva perché considerata maledetta. Era infatti il rifugio della banda di un celebre bandito, il “Biundin”.
Oggi è una rinomata realtà, il cui fiore all’occhiello è il recuperato riso Maratelli. Selezionato nel 1916 ad Asigaliano Vercellese da Mario Maratelli, è una delle varietà più pregiate di riso.
Se siete in questa zona dovete poi visitare l’oratorio della Madonna del Latte a Gionzana, un piccolo gioiello di arte sacra, caratterizzato da affreschi del XV secolo.
Un piccolo puntino in mezzo alle risaie, un’oasi di arte che lascia incantati una volta varcata la soglia e dove si possono ammirare le opere di maestri novaresi come Cagnola e DeBosis.
C’è anche un curatissimo giardino con delle panchine dove sedersi ad ammirare i colori delle risaie. Un luogo di cui ci si può solo innamorare.
La 19esima tappa del Giro d’Italia 2021 partirà da Abbiategrasso, comune immerso nel parco del Ticino e il cui territorio è attraversato daI Naviglio Grande, il principale canale del complesso sistema dei Navigli milanesi. Si tratta di un sistema di canali e chiuse che risale al XII secolo e permise di irrigare e bonificare i territori intorno a Milano, collegandola con i grandi laghi.
Un’opera di alta ingegneria, il cui completamento arrivò fino al XIX secolo, coinvolgendo personaggi come Leonardo da Vinci, gli Sforza e Napoleone, e che oggi, con le ciclabili create lungo i suoi canali, consente di gustarsi molte delle campagne che circondano Milano.
Ad Abbiategrasso il Naviglio Grande si dirama poi nel Naviglio di Bereguardo, che da qui prosegue fino al Ticino. Come dicevamo, lungo i navigli sono stati sviluppati bellissimi percorsi in bicicletta che permettono di immergersi nella natura e visitare pedalando i borghi della zona. Il Naviglio grande è uno dei più bei esempi di questi percorsi. Ma prima di avventurarsi alla scoperta del territorio una visita nel centro di Abbiategrasso non può mancare. Potrete ammirare le chiese, piazza Marconi con i suoi portici trecenteschi e il Castello.
Terminata la visita si può finalmente prendere la bici e iniziare a esplorare il territorio circostante. Le possibilità sono davvero molte.
Ci si può dirigere verso Bereguardo, percorrendo la cicliabile completamente asfaltata che corre lungo il Naviglio. Al ritorno si può (direi si deve) deviare per Morimondo, curatissimo borgo medievale impreziosito dalla sua Abbazia e con molti locali dove ci si può fermare a mangiare qualcosa.
Assolutamente da percorrere il naviglio che da Abbiategrasso porta a Gaggiano, distante pochi chilometri. Qui il Naviglio attraversa il paese creando un magico effetto da piccola Venezia.
Da Gaggiano si può poi proseguire fino alla Darsena di Milano, con un itinerario che offre mille angoli da vedere.
Il Giro, invece, da Abbiategrasso si dirigerà in direzione opposta verso Novara, attraversando il parco del Ticino. Anche qui ci sono bellissimi percorsi da fare. Ad esempio vi consigliamo il Sentiero Novara – Tappa 08: Cerano – San Martino di Trecate.
Qui vi abbiamo fatto alcuni veloci accenni, prossimamente approfondiremo tutti questi itinerari lungo i Navigli.
28 maggio. Una data storica per l’Alpe di Mera, piccola comunità della Valsesia che per la prima volta ospiterà un arrivo di tappa del giro d’Italia. Come sempre il passaggio della carovana sarà una esplosione di colori lungo tutto l’itinerario e per noi di Be•E, che nasciamo non lontano, sarà l’occasione per accendere i riflettori su questa bellissima località montana e su tutto il territorio circostante.
La Valsesia, conosciuta come la valle più verde d’Italia, è simbolo di natura e libertà, luoghi d’arte e ottimi vini. E tanto altro ancora. Be•E vi accompagnerà nei prossimi giorni raccontandovi alcuni dei tesori di questa bellissima valle. E siamo sicuri che diventeranno uno spunto per le vostre prossime vacanze in bicicletta.
Ma non parleremo solo di Valsesia. La tappa del 28 maggio sarà una sorta di minigiro che metterà insieme tante località che conosciamo bene e su cui abbiamo già molte proposte. La partenza sarà da Abbiategrasso, comune immerso nel parco del Ticino, poi si attraverserà la pianura novarese, le colline dell’alto piemonte, il lago Maggiore e il lago d’Orta, fino ad arrivare in Valsesia. Insomma il giro sarà un piacevole pretesto per parlare dei nostri luoghi del cuore. Luoghi forse non sempre conosciuti per quanto meritano, ma ricchissimi di storie e tradizioni, oltre che di straordinaria bellezza.
Soprattutto luoghi che meritano di essere visitati in bicicletta. E noi vi proporremo alcune mete e itinerari per le vostre vacanze in mezzo alla natura.
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