Oltre alla leggenda che soprannomina il Lago d’Orta “Lago dei draghi”, è presente un’altra storia collegata però ad Agrano, conosciuto anche come “il paese della morta”, piccolo paesino situato appena sopra Pettenasco, dove nel 1792 è stata ritrovata nell’ossario del cimitero una donna mummificata diventata oggetto di devozione da parte degli abitanti della zona. Conservata in una cappella esterna della Chiesa parrocchiale, si ha notizie di presunte grazie ricevute con i relativi ex-voto esposti, per questo da generazioni gli Agranesi scandiscono la loro vita devoti alla Morta. Ricordata, nel 1979, anche da Rodari, nella rivista locale “Lo Strona”: “….Un giovanotto di Agrano correva dal farmacista con il naso in mano…
Si vede che se l`era soffiato troppo forte e il naso si era staccato, pensò: ma quando mai potrei avere la calma necessaria per seguire questo infortunato, se per me la parola « Agrano » è legata a filo doppio, senza bisogno dì rima, con la parola « morte »? Ho visto anch`io, da bambino, la « morte di Agrano » e da allora l`ho rivista infinite volte, tutte le volte che in un giornale, in un libro, in una conversazione, è ricorsa la « morte », è apparso uno «scheletro».” Protagonista di molti racconti, il Sacro Monte di Orta si trova a far da sfondo a una storia che narra di una passeggiata fra un uomo poco più che quarantenne e una fanciulla sui vent’anni, rimane ancora oggi immerso in quella piccola sensazione di mistero che avvolge questa breve ma intensa storia. Erano i primi di maggio del 1882 quando Friedrich Nietzsche, in viaggio per Lucerna, decise di fermarsi per pochi giorni ad Orta San Giulio in compagnia del suo amico Rèe segretamente innamorato anche lui di Lou, la madre della ragazza e la giovane Lou – Andreas Salomè, conosciuta a Roma qualche mese prima e dalla quale aveva già ricevuto un rifiuto alla proposta di matrimonio. Ma è proprio sul Sacro Monte che viene collocato il momento erotico della relazione tra il filosofo e la giovane fanciulla conosciuto come “Idillio di Orta”, quando riusciti ad allontanare la madre della ragazza e il suo caro amico Rèe il filosofo superò ogni remora e la baciò lungamente, chiedendola successivamente in sposa, ricevendo però un rifiuto. Questo evento divenne anche oggetto di scherzo da parte di Italo Calvino, che scrisse un raccontino oulipista (era membro di un’associazione di sperimentazione per scrittori e poeti insieme a Perec), dove, negli incontri tra Lou e Nietzsche, Calvino si sentisse eccitato solo dal filosofico dialogare, mentre con i sensi non riusciva a “spiccare il volo”. Ma oggi giorno se ci si reca in visita al Sacro Monte e il suo parco, dove, perfettamente integrate nel verde, sono trovano una ventina di cappelle con statue e pitture che ricostruiscono la storia di San Francesco, tanto che si è parlato di una seconda Assisi e motivo per il quale lo ha reso un sito UNESCO. L’aspetto affascinante è il fatto che le cappelle sono distribuite in una sorta di percorso a spirale e vennero costruite e decorate nell’arco di un secolo e mezzo, attraversando tre differenti periodi artistici che vanno dal ‘500 ai primi decenni del ‘700: manierismo, barocco e rococò. Ed è proprio in queste cappelle che prende vita la seconda storia che ha come protagonista il Sacro Monte. Dopo aver ammirato le prime cappelle con i loro stupendi affreschi che ritraggono la vita di San Francesco, si arriva alla XIII cappella, dove si può ammirare la statua che rappresenta quello che nella zona viene conosciuto come il “Pervertito di Orta”. Nominato per la prima volta in una guida nel 1971 dove viene descritto in modo insolito e curioso. La cappella rappresenta San Francesco che si fa trascinare, quasi ignudo e legato a una corda, in mezzo alla folla gaudente, per essere disprezzato. In un ambiente fantasticamente barocco, intorno alla commovente figura del santo, tra sfondi affrescati si sfrena una aridda di 51 statue, caratterizzati da particolari strani, vivaci, inaspettati e in alcune persino volgari. Sono presenti figure grottesche, strani cani e uomini, vengono rappresentate anche scene disprezzanti come il gruppo del povero francescano e del soldataccio che rotolano a terra l’uno sull’altro incalzati da un cavallo galoppante. Ma se osserviamo meglio la nostra attenzione verrà catturata dalla straordinaria figura del Pervertito. La prima cosa che notiamo è che rappresenta un individuo di sesso maschile rappresentato con anche barba e baffi, è vestito però con abiti femminili che lascia scivolare con una maliziosa tranquillità il vestito su una spalla, lasciando intravedere un po’ di petto nudo, inoltre la sua acconciatura e il suo atteggiamento tenero nei confronti dell’uomo grottesco che gli sta accanto e la leziosissima posizione delle mani, non lasciano dubbi sui suoi gusti e sulle sue tendenze.

Un’Oasi a misura di Bambino: l’Oasi Zegna
Un susseguirsi di colori dalle mille sfumature: verdi pascoli, sentieri naturalistici, rododendri in fiore…. In estate le attività da svolgere sono molteplici: dalle pedalate lungo i