Un susseguirsi di colori dalle mille sfumature: verdi pascoli, sentieri naturalistici, rododendri in fiore…. In estate le attività da svolgere sono molteplici: dalle pedalate lungo i sentieri più o meno battuti che la fanno da padrone, al parcogiochi nel piazzale a Bielmonte (punto di arrivo del nostro tracciato) o il divertentissimo Bob Run.
Un’oasi a misura di bambino. A pochi km da Bielmonte, c’è un bosco incantato, sempre felice, è il Bosco del Sorriso. Un sentiero ad anello che si inoltra nella natura incontaminata della Val Sessera tra faggi, pini e betulle. Un bosco luminoso dove si abbracciano gli alberi, si incontrano aree di sosta allestite con sedute in pietra e grandi libri di legno sui quali leggere le Favole del Bosco, appositamente scritte e ispirate ai tre alberi più diffusi in questi luoghi. Un percorso esperienziale costruito sui principi del forest bathing per ritrovare la serenità e l’armonia interiore avvolti dai profumi e dai suoni della natura. Lungo il percorso sono indicati i luoghi dove sostare per ottenere al massimo gli effetti benefici delle piante. Un’immersione nel respiro del bosco per rigenerarsi ed entrare in contatto con la natura, e mentre i più grandi possono rilassarsi sentendo cortecce, terra e sassolini sotto i piedi, i più piccoli possono dedicarsi a cogliere more e lamponi.
La gastronomia valsesiana è legata a quei prodotti tipici del lavoro montano come latte, burro, formaggi e salumi, accostati sempre alla polenta e alle differenti varietà di pane e al miele. Le ricette sono semplici, gustose e sostanziose, ideate nelle epoche passate per sostenere il fisico durante il duro lavoro e soprattutto per proteggerlo dal freddo.
Con la mutazione delle stagioni e del tempo atmosferico, si ricavano oggi da prati e pascoli prodotti naturali di grande qualità. Grazie al connubio tra gli allevamenti di bovini e ovini e l’erba dei pascoli si producono yogurt, robiole e formaggi di grande personalità come la Toma della Valsesia: un formaggio conosciuto da secoli tanto da essere citato in documenti storici. Come tutte le Tome le forme più fresche e a pasta più grassa si prestano bene ad essere fuse diventando così protagoniste nella preparazione dei piatti tipici di montagna che ne prevedono la gratinatura o la fusione (le zuppe gratinate di pane, la polenta concia, i gratin di patate o di verdure). Un’altra curiosità riguarda il periodo in cui la forma viene prodotta: se la forma è prodotta durante la tarda primavera o estate, periodo in cui le vacche mangiano erba fresca contenente anche fiori, sarà migliori rispetto alle produzioni invernali in cui gli animali si nutrono con fieno secco.
Qualche esempio di piatti prelibati da assaggiare? Ovviamente la fantastica toma valsesiana a pasta dura o semimorbida, gli straccetti e la mocetta, ossia coscia di camoscio trattata come il prosciutto crudo (ma fidatevi, decisamente più saporita e gustosa), l’uberlekke, un bollito di origine walser preparato con diversi tipi di carni e ovviamente le miacce: dolci, salate, dolci e salate… vanno d’accordo con tutto! Quindi non vi rimane che pedalare e fermarvi a gustare una delle specialità valsesiane!
E finalmente eccoci! Superata Varallo Sesia, i corridori si appresteranno ad affrontare la salita finale che condurrà all’Alpe di Mera, circondati dallo splendido scenario delle Alpi.
Dopo aver superato un tratto di una quindicina di km in leggera salita, la carovana inizierà la parte finale, quella più impegnativa. Da Scopello al traguardo finale, una salita di 10 km con pendenze al 10%
Una salita impegnativa, ma di grande fascino.
Si pedala ammirando un meraviglioso panorama, con il Monte Rosa che si offre ai nostri occhi in tutta la sua bellezza. Un contesto talmente bello che in occasione del Giro anche noi di Be•E siamo tornati per tuffarci nella natura di questo luogo.
Con le ebike la salita può essere tranquillamente affrontata da chiunque. Ed è solo l’antipasto per poter accedere ad itinerari in mezzo alla natura che lasciano a bocca aperta. Pedalando tra sentieri e mulattiere, si passa per l’alpe Meggiana, Campertogno e altre incantevoli destinazioni.
Be•E vi propone alcuni interessanti itinerari da percorrere in ebike:
E quando si vuole fare una sosta, in questa zona ci sono strutture dove potersi fermare. Gustare i prodotti locali e ricaricare le biciclette con le nostre stazioni di ricarica.
Scollinato il Passo della Colma, penultimo GPM di giornata, il gruppo scenderà verso Varallo Sesia. Varallo è una deliziosa cittadina ai piedi dei monti, che sorge lungo le rive del fiume Sesia. La parte vecchia si caratterizza per un bel centro pedonale e vie storiche con molte botteghe di artigianato e gastronomia locale.
E’ dominata dal Sacro monte di Varallo, il più antico tra gli 8 Sacri monti presenti tra Piemonte e Lombardia. Progettati come luoghi di culto per i fedeli, i Sacri monti, apparsi nel XV secolo, avevano la funzione di permettere ai pellegrini di andare a testimoniare la loro fede davanti alle scene che riproducevano la vita di Cristo.
Il Sacro monte di Varallo è la massima espressione di questa forma d’arte. Nel complesso sono presenti 50 cappelle. L’architettura, le sculture (oltre 800 statue in terracotta policroma e legno!) e pittura danno vita a scene coinvolgenti a grandezza naturale, per un impatto emotivo senza pari. Vi lavorarono grandi artisti, che seppero infondere nelle opere una spiritualità palpabile, nutrita di fervida religiosità.
Tra questi va sicuramente citato Gaudenzio Ferrari, il grande pittore e scultore originario di queste zone. Oltre agli affreschi nelle cappelle del Sacro Monte, Ferrari realizzò altre opere come la parete gaudenziana presso il Santuario della Madonna delle Grazie (la foto a destra in basso).
Per finire, una piccola chicca che vi consigliamo di vedere. Il ponte sospeso di Balangera, che collega la frazione di Morca, uscendo da Varallo. E’ l’ultimo esempio dei caratteristici ponti pensili valsesiani in legno usati per attraversare il Sesia. Rimarrete incantati.
Dopo aver superato le colline con i suoi magnifici vigneti i corridori della 104esima edizione del Giro d’Italia si dirigeranno verso il lago d’Orta.
Gioiello incastonato nelle montagne del Cusio, reso ancora più prezioso dall’isola di San Giulio, il lago è capace di regalare una magia unica. Nel nostro sito ne parliamo molto, sia per i luoghi artistici e paesaggistici da visitare sia per i bellissimi itinerari da percorrere in bicicletta. In primis, l’anello azzurro che costeggia il lago con le sue spiaggette caratteristiche, ma anche le tante possibilità per pedalare tra i piccoli borghi sopra Orta.
Il borgo di Orta, Pella, Omegna e tanto altro ancora. Cè veramente da perdersi nelle bellezze di questi luoghi.
Il lago d’Orta è senza dubbio ai primi posti della nostra classifica dei luoghi del cuore. La carovana, dopo aver superato Borgomanero, si troverà al bivio che ogni turista affronta, andare verso la costa orientale o quella occidentale del lago? Il 28 maggio si andrà verso la costa orientale, verso Orta per poi salire verso il Mottarone e ridiscendere ad Omegna. Nei prossimi giorni vi parleremo anche di altri luoghi intono al lago.
Oggi sfruttiamo l’occasione del passaggio del Giro per parlarvi di un piccolo borgo, che anche noi abbiamo scoperto da poco e di cui siamo rimasti affascinati, Bugnate, raggiungibile svoltando un pò prima del bivio.
Bugnate, frazione del comune di Gozzano, fa un pò da spartiacque ideale, anche nel nostro racconto, tra le colline e il lago.
Si raggiunge percorrendo una strada asfaltata in salita, molto poco requentata. Una volta superato il centro si prosegue verso la cappella della Madonna della Guardia.
Qui c’è un punto panoramico per ammirare il lago, tra i più belli che possiate trovare. In un silenzio che vi avvolge, consapevoli di gustarvi una cosa rara, rimarrete incantati. Come lo rimase il re Vittorio Emanuele III. Nel 1907 da qui osservò il territorio per progettare le Grandi Manovre, opera militare per difendersi da possibili attacchi nemici da nord, e finalizzata con la costruzione della Linea Cadorna.
L’incanto che questo luogo gli suscitò è testimoniato dalla targa ai piedi della cappella.
Dopo aver sfiorato la pianura novarese, la carovana del Giro nel suo viaggio verso l’Alpe di Mera punterà il lago d’Orta, attraversando le colline novaresi.
Le colline, delimitate dai fiumi Sesia e Ticino, sono un territorio affascinante, costellato da vigneti e piccoli borghi. La tradizione della coltivazione del vino qui si perde nei secoli. Risale addirittura ai tempi dei romani, già Plinio il vecchio elogiava le qualità dei vini di questa zona. Visitando questa terra si possono visitare paesi molto caratteristici, come Gattinara e Cureggio, e le numerosissime cantine presenti per piacevoli degustazioni. Segnaliamo, tra l’altro, che a giugno ci sarà anche la interessante iniziativa del Taste Alto Piemonte, per conoscere ancora meglio i prodotti locali.
Insomma un territorio davvero ricchissimo di spunti. Come negli altri articoli sul Giro qui ci limitiamo a darvi qualche piccolo suggerimento, visitando il nostro sito troverete tanti altri consigli.
Tra i vigneti che si coltivano non possiamo non citare Barbera, Nebbiolo, Creatina, Uva rara e Vespolina. Da queste uve si ricavano DOCG molto pregiate, come Ghemme (nebbiolo, uva rara, vespolina), di colore rosso granata, sapore asciutto e sapido con fondo gradevolmente amarognolo, e Gattinara (nebbiolo), un rosso granato tendente all’aranciato il cui sapore asciutto con caratteristico fondo amarognolo e profumo fine ricorda, specie se molto invecchiato, quello della viola.
Un capitolo a parte lo merita poi il territorio intorno a Boca, dove si produce un Doc riconosciuto tra i vini d’eccellenza. La caratteristica che rende unica questa zona è il terreno, che è nato dall’esplosione del supervulcano della Valsesia, oggi Geoparco dell’Unesco, uno degli 8 supevulcani al mondo. Questa esplosione ha creato un terreno morenico, cui si deve la peculiarità di questi vini.
La zona offre bellissimi itinerari da percorrere in bicicletta, pedalando tra boschi e costeggiando vigneti nella magnifica scenografia del parco del Monte Fenera. Sul nostro sito potete trovare la proposta dei percorsi antonelliani (Percorso Antonelliano Itinerario Rosa – Romagnano Sesia / Boca / Maggiora / Fontaneto d’Agogna / Ghemme), itinerari che portano a toccare alcune delle creazioni di Alessandro Antonelli, il celebre architetto originario di queste zone, che ha progettato la mole antonelliana a Torino e la basilica di San Gaudenzio a Novara.
Salendo su per la collina da Boca si rimane semplicemente a bocca aperta di fronte alla maestosità del Santuario, progettato a soli 22 anni dall’Antonelli. Caratterizzato dalla stile neoclassico con i suoi colonnati, fu protagonista di un travagliatissimo cantiere.
Tra gli itinerari antonelliani segnaliamo il BicinVigna con Antonelli, che parte da una altra sua splendida creazione, Villa Caccia a Romagnano Sesia. Progettata come residenza di campagna, Villa Caccia è oggi sede del Museo Etnografico della Bassa Valsesia.
Dopo essere stata la sede d’arrivo della seconda tappa, Novara torna a essere protagonista del Giro d’Italia 2021 con il passaggio della 19sima tappa, che parte da Abbiategrasso e si conclude all’Alpe di Mera.
Novara è la sede di Be•E, la città in cui siamo nati. Sin da piccoli abbiamo imparato a conoscere le campagne che la circondano. Teatro delle prime scorribande di bambini che vogliono sentirsi grandi, quando si andavano a rubare le pannocchie nei campi, la pianura novarese è sempre stata sinonimo di libertà e spazi aperti. Crescendo e pedalando con l’occhio sempre più curioso, ci siamo via via resi conto delle ricchezze del nostro territorio. E’ da qui che è sbocciato il nostro progetto di turismo in bicicletta. Diventa quindi inevitabile che ne parliamo con un pizzico di emozione in più.
Territorio pianeggiante, con le montagne sullo sfondo che nelle giornate più terse creano un contrasto di colori mozzafiato, la campagna novarese offre diverse possibilità per itinerari in bicicletta. Sul nostro sito potete trovare molte proposte. Qui vogliamo fornirvi una breve introduzione e qualche spunto per le vostre prossime vacanze in bicicletta.
Il primo consiglio che vi diamo è di venire a gustarvi lo spettacolo del mare a quadretti. E’ un fenomeno che si crea quando le risaie vengono allagate per la coltivazione del riso. La pianura diventa uno specchio d’acqua diviso solo da piccoli sentieri, creando un’atmosfera unica.
Ma non è l’unico piacere che queste terre sanno regalare. Anche esplorarle in altri periodi dell’anno permette di gustarsi scorci bellissimi, vedere il sole che sorge e tramonta sui canali, trovare angoli dove appoggiare la bici e stendersi su un prato lontani da qualsiasi rumore.
Si pedala costeggiando i campi di coltivazione di riso e mais ed è facile imbattersi in cascine dove acquistare prodotti locali, il riso in primis. Ma non è un semplice acquisto, è una esperienza. Ci si ferma ad ascoltare i racconti di chi da una vita coltiva la terra con passione. Storie e anedotti tramandati da generazioni e che ti lasciano incantato quando li ascolti.
Tempo fa una anziana signora mi svelò l’usanza contadina di predire il tempo con le cipolle, per sapere come sarebbe andata la stagione del raccolto. La notte del 24 gennaio (festa dedicata alla conversione di San Paolo) si prendono 12 cipolle, si tagliano le teste, si pone sopra un pizzico di sale grosso e si mettono fuori dalla finestra. La mattina dopo si osserva quanto si è sciolto il sale. A seconda di quanta umidità si è formata si capisce se saranno mesi piovosi o asciutti.
Tra le tante che troverere una che merita assolutamente una visita è la cascina Canta a Gionzana. Una storica azienda agricola dove la famiglia Francese coltiva sin dagli anni ottanta il riso con metodi tradizionali. Il fondatore fu Francesco che rilevò una cascina che nessuno voleva perché considerata maledetta. Era infatti il rifugio della banda di un celebre bandito, il “Biundin”.
Oggi è una rinomata realtà, il cui fiore all’occhiello è il recuperato riso Maratelli. Selezionato nel 1916 ad Asigaliano Vercellese da Mario Maratelli, è una delle varietà più pregiate di riso.
Se siete in questa zona dovete poi visitare l’oratorio della Madonna del Latte a Gionzana, un piccolo gioiello di arte sacra, caratterizzato da affreschi del XV secolo.
Un piccolo puntino in mezzo alle risaie, un’oasi di arte che lascia incantati una volta varcata la soglia e dove si possono ammirare le opere di maestri novaresi come Cagnola e DeBosis.
C’è anche un curatissimo giardino con delle panchine dove sedersi ad ammirare i colori delle risaie. Un luogo di cui ci si può solo innamorare.
La 19esima tappa del Giro d’Italia 2021 partirà da Abbiategrasso, comune immerso nel parco del Ticino e il cui territorio è attraversato daI Naviglio Grande, il principale canale del complesso sistema dei Navigli milanesi. Si tratta di un sistema di canali e chiuse che risale al XII secolo e permise di irrigare e bonificare i territori intorno a Milano, collegandola con i grandi laghi.
Un’opera di alta ingegneria, il cui completamento arrivò fino al XIX secolo, coinvolgendo personaggi come Leonardo da Vinci, gli Sforza e Napoleone, e che oggi, con le ciclabili create lungo i suoi canali, consente di gustarsi molte delle campagne che circondano Milano.
Ad Abbiategrasso il Naviglio Grande si dirama poi nel Naviglio di Bereguardo, che da qui prosegue fino al Ticino. Come dicevamo, lungo i navigli sono stati sviluppati bellissimi percorsi in bicicletta che permettono di immergersi nella natura e visitare pedalando i borghi della zona. Il Naviglio grande è uno dei più bei esempi di questi percorsi. Ma prima di avventurarsi alla scoperta del territorio una visita nel centro di Abbiategrasso non può mancare. Potrete ammirare le chiese, piazza Marconi con i suoi portici trecenteschi e il Castello.
Terminata la visita si può finalmente prendere la bici e iniziare a esplorare il territorio circostante. Le possibilità sono davvero molte.
Ci si può dirigere verso Bereguardo, percorrendo la cicliabile completamente asfaltata che corre lungo il Naviglio. Al ritorno si può (direi si deve) deviare per Morimondo, curatissimo borgo medievale impreziosito dalla sua Abbazia e con molti locali dove ci si può fermare a mangiare qualcosa.
Assolutamente da percorrere il naviglio che da Abbiategrasso porta a Gaggiano, distante pochi chilometri. Qui il Naviglio attraversa il paese creando un magico effetto da piccola Venezia.
Da Gaggiano si può poi proseguire fino alla Darsena di Milano, con un itinerario che offre mille angoli da vedere.
Il Giro, invece, da Abbiategrasso si dirigerà in direzione opposta verso Novara, attraversando il parco del Ticino. Anche qui ci sono bellissimi percorsi da fare. Ad esempio vi consigliamo il Sentiero Novara – Tappa 08: Cerano – San Martino di Trecate.
Qui vi abbiamo fatto alcuni veloci accenni, prossimamente approfondiremo tutti questi itinerari lungo i Navigli.
28 maggio. Una data storica per l’Alpe di Mera, piccola comunità della Valsesia che per la prima volta ospiterà un arrivo di tappa del giro d’Italia. Come sempre il passaggio della carovana sarà una esplosione di colori lungo tutto l’itinerario e per noi di Be•E, che nasciamo non lontano, sarà l’occasione per accendere i riflettori su questa bellissima località montana e su tutto il territorio circostante.
La Valsesia, conosciuta come la valle più verde d’Italia, è simbolo di natura e libertà, luoghi d’arte e ottimi vini. E tanto altro ancora. Be•E vi accompagnerà nei prossimi giorni raccontandovi alcuni dei tesori di questa bellissima valle. E siamo sicuri che diventeranno uno spunto per le vostre prossime vacanze in bicicletta.
Ma non parleremo solo di Valsesia. La tappa del 28 maggio sarà una sorta di minigiro che metterà insieme tante località che conosciamo bene e su cui abbiamo già molte proposte. La partenza sarà da Abbiategrasso, comune immerso nel parco del Ticino, poi si attraverserà la pianura novarese, le colline dell’alto piemonte, il lago Maggiore e il lago d’Orta, fino ad arrivare in Valsesia. Insomma il giro sarà un piacevole pretesto per parlare dei nostri luoghi del cuore. Luoghi forse non sempre conosciuti per quanto meritano, ma ricchissimi di storie e tradizioni, oltre che di straordinaria bellezza.
Soprattutto luoghi che meritano di essere visitati in bicicletta. E noi vi proporremo alcune mete e itinerari per le vostre vacanze in mezzo alla natura.
Il percorso parte da Baveno e si snoda quasi interamente lungo il lago, con una bellissima parentesi nella riserva naturale di Fondotoce.
Partenza dal Be•E Point Artelago, un delizioso holiday apartment gestito da Paolo e Madalina con una splendida vista sul Lago Maggiore. Situato nella frazione di Loita, il più alto dei borghi di Baveno, Artelago unisce una bellissima location con il talento di pittrice di Madalina, che ha creato qui la sua galleria e impreziosito tutti gli appartementi con le sue opere. Artelago offre anche il servizio di noleggio di ebike, sia per adulti che per bambini.
Prese le bici si parte. Prendiamo la discesa che ci porta verso Baveno, ammirando a ogni tornante la bellezza del lago. Giunti in fondo alla discesa si gira a sinistra e seguendo la strada si arriva alla rotonda che regola il traffico sulla SS33, la statale che costeggia la sponda piemontese del Lago Maggiore. Qui andiamo a sinistra in direzione Fondotoce. Qualche centinaio di metri sulla statale e subito si può imboccare la ciclabile che porta a Feriolo, la frazione di Baveno che si affaccia sul golfo Borromeo con il suo delizioso porticciolo.
Questo piccolo borgo merita una visita, con le sue case affacciate sul lago, la bella passeggiata che costeggia la spiaggia e i graziosi locali. Curioso e da vedere il piccolo ‘paesino sommerso’: nel 1867, durante la costruzione dell’allora nuovo porticciolo, una frana travolse una parte del paese che sprofondò nel lago e i resti sono ancora oggi visibili scendendo a 18 metri di profondità.
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