Museo Walser di Alagna

Visitare il Museo Walser situato a Pedemonte, una piccola frazione poco distante da Alagna, è un viaggio nel passato in cui riscoprire la vita che la popolazione di origine tedesca conduceva un tempo.

L’antico caseggiato che ospita il Museo datato 1628, è stato ceduto all’Unione Alagnese alla condizione che venisse attrezzato e destinato esclusivamente a diventare museo etnografico degli usi e costumi della popolazione di Alagna.  Molti alagnesi diedero il loro contributo donando oggetti ed arredi e svolgendo gratuitamente i lavori di ristrutturazione, allestimento, esposizione e catalogazione degli oggetti: esempio esaustivo di “wïtte mu hed aswenn glebed im Land” ossia, in walser, “Come si viveva una volta in Alagna”, scritta visibile tutt’oggi di fianco alla biglietteria. L’allestimento del Museo consente di ammirare queste costruzioni, integrate perfettamente nel panorama montano, e di visitare tutte le stanze allestite con mobili, arredi, attrezzature e oggetti vari dell’epoca walser, tutti molto semplici ma ingegnosi come, ad esempio il poppatoio ricavato da un corno di bovino o il tavolo ribaltabile per ridurre al minimo l”ingombro. Utensili per la lavorazione del latte, del legno, attrezzi per i lavori agricoli, arredi, telai per la tessitura, abbigliamento, vi è raccolto tutto ciò che serviva alla vita quotidiana dell’antica popolazione.

Il Museo etnografico rappresenta una vera e propria memoria storica e uno strumento per ricostruire gli aspetti sociologici e antropologici della cultura walser.

NOTE: consigliamo sempre di contattare la struttura via mail per eventuali cambiamenti di orario
Orario di Agosto: tutti i giorni 10.00 – 12.30 / 15.00 – 18.30

Il popolo Walser in Valsesia

Erano popolazioni Sassoni che si definivano “Titsch” e che, intorno all’ VIII secolo, iniziarono a spostarsi verso l’alto Vallese prima di migrare ulteriormente in varie località alpine d’Italia, Svizzera, Liectenstein e Austria.

Fondarono tra il XII e XIII secono 6 colonie a sud del Monterosa: Alagna, Riva Valdobbia, Rima San Giuseppe, Carcoforo, Rimasco e Rimella; tracciarono sentieri, resero le terre abitabili e coltivabili convivendo con una natura dominata da ghiacci e roccia. A causa del loro linguaggio germanofono furono una popolazione isolata; tale isolamento permise però la conservazione di tradizioni, abitudini e caratteristiche come riti religiosi, costumi, alimentazione che iniziò a mutare con l’emigrazione stagionale e la scolarizzazione dandogli il volto che noi oggi conosciamo.

Ad Alagna si può visitare il Museo Walser all’interno del quale sono esposti strumenti di uso comune e viene raccontata la vita quotidiana e la cultura di questa popolazione a partire dall’edificazione delle tipiche case, all’interno delle quali era stato creato un sistema efficiente che ben si adattava alle loro esigenze in un ambiente così ostile.

Il cinema messo al Muro

Divenuta un’interessante meta turistica, dal 1998 quanto Legro è entrata a far parte del circuito nazionale dei “I Paesi Dipinti” che raggruppa circa 90 paesi in tutta Italia coi muri affrescati da artisti internazionali o da sconosciuti pittori accomunati dall’uso della tecnica dell’affresco. Con il titolo “Il Cinema messo al Muro”, anche il Lago d’Orta è stato inserito a pieno titolo tra il muralismo italiano, mantenendo però il primato per la sua mostra cielo aperto dedicata completamente al cinema, ma soprattutto ai film che negli anni sono stati girati sulle rive del lago d’Orta e del Piemonte. La passeggiata per le vie cittadine col naso all’insù alla ricerca dei 45 “murales” regala emozioni uniche nell’ammirare queste stupende opere d’arte che regala anche un tuffo nella memoria cinematrografica. Dal 2002 la singolare galleria a cielo aperto si è arricchita di curiose installazioni e in un futuro prossimo si pensa di proseguire l’arricchimento anche con sculture importanti.

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Palazzo Tornielli e il parco neogotico

Situato nella piazza principale di Ameno, attualmente sede del Comune di Ameno e dello Spazio Museale ma un tempo diviso in due ali. Deve il suo nome ad uno dei casati più importanti ed illustri di Novara: la nobile dinastia di Borgolavezzaro che lo utilizzava come “palazzo di campagna” e per l’organizzazione di balli, concerti e ricevimenti. L’edificio, si presenta a prima vista con una facciata, di particolare bellezza, che risale al XVIII secolo e con una struttura risalente a periodi storici differenti. SI sviluppa attorno a due ampi cortili interni decorati con scaloni accompagnati da ringhiere in ferro battuto che permette l’accesso ai piani superiori, e affreschi mitologici che decorano il soffitto. Oggigiorno al suo interno, a cura dell’Associazione Culturale Asilo Bianco, vi è il Museo Tornielli e rappresenta un vero e proprio luogo d’incontro e di studio per il nostro territorio in quanto spesso accoglie numerose manifestazioni artistiche e culturali. Ambiente che merita di di essere visitato insieme a Palazzo Tornielli è il suo Parco neogotico: situato di fronte al prospetto principale e oltre la piazza, attualmente pubblico, ma originariamente di pertinenza del palazzo stesso e raggiungibile attraverso un passaggio sotterraneo che attraversava Piazza Marconi.

Casa Calderara in Ameno

Casa Calderara rappresenta, un prezioso e raffinato esempio di architettura borghese del periodo rinascimentale, soprattutto per il suo triplice loggiato su colonne in granito che si susseguono in cinque arcate. Venne costituita nel 1979 per le volontà del pittore Antonio Calderara, deceduto in Ameno paesino dove aveva vissuto il nonno. Divenuta una casa – studio con lo scopo di custodire, conservare e mantenere inalterata la collezione intitolata “La storia di Antonio Calderara e una scelta di artisti contemporanei suoi amici”, ossia una raccolta delle sue opere e non solo, e ordinata da lui personalmente. Composta da 327 opere di pittura e scultura contemporanee che vennero accumunated al maestro lombardo grazie a rapporti di amicizia e stima o da ricerche affini. Le opere presentate sono tutte accumunate da una tendenza all’astrazione tanto da essere considerata una loro caratteristica fondamentale. Visitando la collezione possiamo notare come le opere si alternino con lo scopo di stimolare il visitatore svolgendo quindi, una funzione sia educativa sia formativa dell’arte attraverso l’arte. (Foto di Comune di Ameno)